martedì 6 luglio 2010

Eminem - Recovery



Il rapper bianco è tornato. Il 22 giugno ha visto la luce Recovery, il settimo album di Marshall Bruce Mathers III, al secolo Eminem.

E’ passato un anno dall’ultimo disco (Relapse) e Slim Shady ci aveva informato che il seguito sarebbe stato Relapse 2, che doveva contenere le tracce escluse dalle sessioni dell’ultimo album: così non è stato.

Per sua stessa ammissione, la voglia di ripulirsi e di essere più un padre che un gangsta, non coincidevano con le tematiche di quelle tracce e da qui l’idea di scrivere nuovi pezzi ad hoc.

L’album è stato largamente anticipato con l’uscita, il 29 aprile, di Not Afraid il primo singolo: il contenuto è da subito chiaro, ora esiste un nuovo Slim Shady che vuole prendere le distanze da quello vecchio, ammettendo anche il fallimento dell’ultimo album “And to the fans, I’ll never let you down again, I’m back/I promise to never go back on that promise, in fact/Let’s be honest, that last Relapse CD was eh/Perhaps I ran them accents into the ground/Relax, I ain’t going back to that now”.

Il disco, composto da 16 tracce (più una nascosta), dura 77 minuti e si apre con Cold Wind Blows, nella quale il rapper si ripresenta, per poi dare prova, in Talkin’ 2 Myself, di essere ancora il miglior rapper in circolazione: le rime scorrono mentre le parole si mescolano creando una sonorità molto fluida, il testo dà ancora testimonianza del cambiamento It’s different them last two albums didn’t count/Encore I was on drugs, Relapse I was flushing em out/I’ve come up to make it up to you no more fucking around/I’ve got something to prove to fans I feel like I let em down/So please accept my apology I finally feel like I’m back to normal”

On fire segue la falsa riga della traccia precedente, usando rime più velenose; Pink, non al massimo della forma, apre il brano successivo (Won’t back down) in cui a metà traccia il volume si abbassa del tutto per poi rialzarsi, mentre Eminem rappa “Tryin’ to turn me down, that’s why I’m talkin’ to you/Turn me up, what are you insane?”. La flessione del disco continua con W.T.P. (White Trash Party), in cui Eminem sembra essere tornato quello di Infinite ed il brano, tema incentrato sulla sregolatezza e sull’ubriachezza, si lascia scappare versi più sorpassati che sfrontati “I don’t need a tank top to be a wife beater.”.

Going through changes usa come ritornello il campionamento del brano Changes dei Black Sabbath: la voce di Ozzy Osbourne fa da sfondo ad un’altra canzone dedicata al cambiamento interno di Eminem “Don’t know what I’m going through, but I just keep on going through changes”. Dopo Not Afraid e Seduction, che narra le abilità sessuali di Eminem in relazione alle sue abilità liriche, arriva No Love che si apre con l’ennesimo campionamento, questa volta si tratta nientemeno che della hit anni ‘90 What is love di Haddaway: forse fin troppo anche per Slim Shady che spreca così un buon testo rivolto a chi l’ha lasciato solo nel suo periodo buio “I’m alive again, more alive than I have been in my whole entire life… They call me a freak ’cause I like to spit on these pussys before I eat ‘em/And get these wack cocksuckers off the stage, where’s Kanye when you need him?

Le successive tracce ritornano sul main theme del disco fino ad Almost Famous, dove i primi due versi fanno capire il tipo di brano “I stuck my dick in this game like a rapist, they call me Slim Roethlisberger/I go berserker than a fed up post office worker”. Altro duetto discutibile apre Love the way you lie: la voce di Rihanna sfianca il rap di Eminem, rendendolo commerciale tanto da ipotizzare una bella uscita come singolo. L’ultima traccia, You’re never over chiude con il disco omaggiando il ricordo di Proof, suo amico di vecchia data e membro della D12, ucciso con un colpo di pistola durante una rissa.

I duetti, più che discutibili, servono a tenere ai suoi piedi il mercato internazionale, ma sono forzati e musicalmente incomprensibili: bisogna anche capire se il nuovo Slim Shady è come dimostra di essere in Recovery, a quel punto ci mancherà di certo quel tipo di ironia che ha reso Eminen quello che è. Come ha sempre dimostrato, di talento il rapper bianco ne ha da vendere: quando parte con le rime, è insuperabile; è una mitraglia, incrocia le rime, le inverte, va a tempo e a controtempo, il flow è sensazionale: tecnicamente è perfetto.

La bravura dell’artista è evidente: Encore e poi Relapse sono stati dei sbagli nella carriera del rapper, ma i testi del miglior Recovery non sono ancora all’altezza di The Marshall Mathers LP o di The Eminem Show: sicuramente la via del recupero è stata imboccata bene, ora sta nel seguirla e rimanere nella giusta carreggiata.

(Aftermath Entertainment\Interscope Records\Shady Records), 2010, Rap

Tracce:

1. Cold Wind Blows
2. Talkin’ 2 Myself (feat. Kobe)
3. On Fire
4. Won’t Back Down (feat. Pink)
5. W.T.P.
6. Going Through Changes
7. Not Afraid
8. Seduction
9. No Love (feat. Lil Wayne)
10. Space Bound
11. Cinderella Man
12. 25 to Life
13. So Bad
14. Almost Famous
15. Love the Way You Lie (feat. Rihanna)
16. You’re Never Over
17. Here We Go (hidden track)

The Steve Miller Band - Bingo!


Il tanto desiderato ritorno alle origini di Steve Miller si è realizzato. Il 15 giugno è uscito Bingo!, il nuovo album della Steve Miller Band, che non registrava da 17 anni: era il 1993 quando diedero alle stampe Wide River, ultimo, di una crisi che aveva colto la Steve Miller Band tra gli anni ’80 e ’90, con considerevoli cambi di formazione e conseguenti cambi di genere musicale. Il disco è il primo di due album tratti dalle sessioni registrate allo Skywalker Ranch (lo studio di produzione del regista George Lucas) tra il 2008 e il 2009.

La carriera musicale di Miller era iniziata a metà degli anni ’60, dove insieme a Barry Goldberg muoveva i primi passi nella scena blues di Chicago, poi abbandonata per il sole californiano e per una serie di dischi che con il blues avevano sempre meno a che fare: Bingo! rappresenta un sorta di recupero stilistico di quegli anni e oggi come allora il “gangster” cavalca pezzi unici del rhytm and blues con una freschezza vocale e una brillantezza nel suonare la chitarra rimasti intatti dopo quasi 50 anni di carriera.

L’album, composto da 10 tracce (14 nell’Edizione Limitata), non contiene pezzi originali: le cover di B.B. King, Jimmy Reed, T-Bone Walker e Jimmie Vaughan sono pane per i denti di Steve Miller che si avvale di un nuovo collaboratore, Sonny Charles, voce storica del rhytm’n’blues, che con i tempi musicali di Miller sembra trovarsi assolutamente a proprio agio: l’intero album è un viaggio attraverso la vivacità e l’energia, ma al contempo la ruvidità del Louisiana-style blues.

Altro sessionman dell’album, che sembra nato in sintonia con Miller è Michael Carabello (percussionista e membro fondatore della band di Santana) che impreziosisce con sapori latineggianti tracce come All your love (I miss loving) coadiuvato dall’asso dei tamburi Adrian Areas. In Rock me baby e Sweet Soul Vibe si raggiunge la perfezione sonora dell’album, dove Miller alterna i propri assoli di chitarra con quelli altrettanto grandiosi di Joe Satriani: a completare l’anima dell’album c’è, per l’ultima volta, la fantastica armonica di Norton Buffalo: queste tracce sono state il canto del cigno del bravo armonista, scomparso ad ottobre del 2009 e per 33 anni armonica e voce nella band.

Questo, definito dallo stesso Miller, “il progetto di una vita che si realizza”, va a classificarsi tra i migliori dischi della Steve Miller Band insieme ad altri capolavori quali Children Of The Future, The Joker o Sailor.

Ultima osservazione da fare è sulla copertina dell’album, capolavoro anch’essa, opera di Storm Thorgerson, già ideatore grafico per i Led Zeppelin e i Pink Floyd (ricorda quella di Delicate Sound of Thunder, live album dei Pink Floyd). Oltre l’orecchio anche l’occhio vuole la sua parte.

(Roadrunner Records/Space Cowboy Records), 2010, Rock Blues

Tracce:

1. Hey Yeah
2. Who’s Been Talkin’?
3. Don’t Cha Know
4. Rock Me Baby
5. Tramp (song)
6. Sweet Soul Vibe
7. Come On (Let the Good Times Roll)
8. All Your Love (I Miss Loving)
9. You Got Me Dizzy
10. Ooh Poo Pah Doo